Il Feminist Data Manifest-No riporta gli algoritmi nel mondo reale
Il Feminist Data Manifest-No è una serie di principi di stampo femminista sull’utilizzo dei dati e sulla relazione tra di loro e gli umani.
“È una dichiarazione di rifiuto e di impegno. Rifiuta i regimi oppressivi di gestione dei dati e si impegna a far emergere nuovi futuri per i dati,” citando direttamente le autrici — un folto gruppo di ricercatrici provenienti da svariate università americane che sono state guidate “dal desiderio di immaginare e costruire i mondi senza i quali non possiamo vivere, con la stessa intensità del desiderio di smantellare i mondi all’interno dei quali possiamo vivere.”
Il Manifest-No secondo me riesce a frasare in modo convincente una serie di istanze apparentemente molto diverse tra di loro: perché i dati c’entrano con il colonialismo? E con l’invisibilizzazione delle categorie sotto-rappresentate? E ancora, con il nostro modo di pensare al piacere?
È composto da 32 diversi punti scritti davvero molto bene, e quando si fanno i manifesti scriverli bene è una parte piuttosto fondamentale del lavoro. Il punto numero 6, in particolare, è un po’ la base (o il punto di arrivo) di qualunque ragionamento o volontà che sto cercando di fare e attuare nell’ultimo periodo.
“6. Rifiutiamo l’espansione di pratiche di data science che normalizzano un approccio estrattivo nei confronti dei dati il quale viene definito primariamente dalla volontà di monetizzare e iper-individualizzare l’esperienza umana. Ci impegniamo a porre al centro le pratiche di vita creative e collettivo, e le pratiche di worldmaking che oltrepassano le logiche neoliberaliste e resistono le pressioni guidate dal mercato a mercificare l’esperienza umana.”
Potete esplorare il Manifest-No qui.